Marzia Targhettini

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Domande e Risposte

Quando Contattarmi

Chiunque nella vita può affrontare delle situazioni e dei periodi particolarmente difficili da gestire che possono minare l’equilibrio ed il benessere psicofisico. Le cause possono essere le più disparate da situazioni stressanti al lavoro, conflitti o incomprensioni nella sfera famigliare, difficoltà a prendere decisioni, ecc. Anche in questi casi è importante chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale, perché questi disequilibri, se non affrontati in tempi brevi ed in maniera efficace potrebbero trasformarsi in vere e proprie problematiche che possono inficiare la qualità di vita.

Infatti non è necessario soffrire di disturbi invalidanti per chiede aiuto.

Non esistono persone al mondo che almeno una volta non siano rimaste imprigionate in una situazione di difficoltà. Ognuno, in tale situazione, cerca in prima battuta di trovare delle soluzioni funzionali a quello che sta vivendo, ma non sempre riesce a trovarle, pertanto non è quello che ci succede, ma come vi reagiamo che ci crea maggiore o minore serenità. Pertanto per ritrovare il benessere è importante analizzare cosa si sta facendo per cercare di uscire dalla situazione di malessere, in quanto se la situazione permane, significa che i tentativi messi in atto per affrontare il problema non stanno funzionando ed in questo caso è importante intervenire supportati dall’aiuto di uno specialista.

Alcune situazioni di “impasse” nelle quali le persone si possono trovare nella vita sono:

  • difficoltà relazionali con i colleghi, con i capi, con i compagni di classe, con i coetanei;
  • ritiro sociale
  • disturbi d’ansia
  • difficoltà a gestire rabbia, la paura, il dolore, ecc
  • problemi di coppia
  • disturbo ossessivi e compulsivi
  • bassa autostima
  • rapporto genitori/figli
  • disturbi dell’alimentazione
  • ansia da prestazione
  • depressione
  • problemi sessuali
  • blocchi della performance in ambito scolastico, sportivo, musicale e professionale
Perché rivolgersi allo Psicologo/Psicoterapeuta?

Quando si incontrano delle criticità che si faticano a superare in autonomia è importante chiedere aiuto allo psicologo perché può aiutarti a ritornare “padrone” della tua vita e non complice del tuo problema. Infatti, lo psicologo è il professionista grazie al quale puoi smettere di sopravvivere per ri-iniziare a “vivere”.

Perché la Terapia Breve Strategica

Il mio lavoro si basa su protocolli di elevata efficacia appresi durante la specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica, tale formazione prosegue attraverso aggiornamenti e supervisioni periodiche che mi permettono di conoscere ed applicare i protocolli di intervento ad hoc anche per problematiche emergenti nella nostra società sempre in evoluzione.

Per ogni protocollo di intervento esistono specifici strumenti, esercizi ed indicazioni che la persona deve seguire scrupolosamente.

1) Risultati entro le 10 Sedute: E’ in intervento breve e focalizzato alla risoluzione del problema, anche se non è possibile definire a priori il numero di incontri necessari, si stabiliscono un massimo di 10 incontri per valutare se ci sono i cambiamenti positivi o la risoluzione del problema. La maggior parte dei miglioramenti avvengono già nel corso delle prime quattro o cinque sedute.

2) Si cercano le soluzioni: La terapia Breve Strategica lavora focalizzata al presente e su ciò che mantiene il problema. Il focus di intervento è focalizzato su come si è creato e come si mantiene il problema, cioè su come “funziona” il problema, applicando le strategie ed i protocolli più adatti per aiutare i pazienti a ritrovare l’equilibrio psicofisico.

3) Non è magia ma strategia: Anche se la terapia nella maggioranza delle volte porta a dei cambiamenti che appaiono quasi “magici” in realtà non vi è nulla di lasciato al caso e compito dello psicologo non è solo aiutare i pazienti ad uscire dal problema, ma anche aiutare il paziente a trovare le risorse per diventare autonomo e far si che i sintomi non si ripresentino.

4) Sempre attuale: Per la Terapia Breve Strategica la ricerca è parte integrante della pratica ed è fondamentale per garantire l’adattabilità della terapia ai cambiamenti dei problemi e della società sempre in evoluzione.

5) Frequenza: Gli incontri, almeno inizialmente avvengono ogni 15 giorni per dare tempo alla persona di mettere in atto le prescrizioni e le indicazione fornite dal terapeuta. Questo tempo è funzionale alla persona per iniziare a sperimentare i cambiamenti positivi ed al terapeuta per valutare l’efficacia della prescrizione.

Le fasi della terapia:

  1. Definizione del problema: In questa prima fase, che solitamente coincide con la prima seduta, si indaga il problema e le tentate soluzioni disfunzionali che lo mantengono. Pertanto fin dal principio la terapia è operativa, non si svolgono colloqui conoscitivi, ma si entra immediatamente “nel vivo” del lavoro.
  2. Sblocco del problema: Si parla di sblocco del problema quando la persona inizia a reagire in maniera differente al proprio contesto ed al problema stesso, vivendo i primi cambiamenti funzionali. Tali cambiamenti possono essere piccoli e progressivi, oppure esponenziali e veloci, dipende dalla tipologia di problema e dalla partecipazione alla terapia.
  3. Consolidamento dei cambiamenti ottenuti: Questa fase si può considerare un apprendimento affinché la nuova percezione e reazione al problema duri nel tempo. Durante questo periodo i colloqui possono essere dilatati nel tempo, per permettere alla persona di sperimentarsi competente e diventare autonoma.
  4. Riepilogo: Spiegazione di tutte le manovre utilizzate e conclusione della terapia.
Cosa si intende per Aiuto

La terapia non deve esser una delega al terapeuta.

Molto spesso la richiesta d’aiuto somiglia più ad una resa incondizionata del paziente che, dopo aver utilizzato tutte le “armi” in suo possesso per affrontare il problema, spera che il terapeuta se ne faccia carico e che con una sorta di gomma speciale cancelli tutto ciò che non va e lo ridipinga al meglio. Infatti le richieste sono “Noi abbiamo abbiamo provato di tutto, le portiamo mio figlio e faccia lei!”, oppure “siccome mio marito non mi ascolta quando gli dico di smettere di fumare, l’ho portato da lei! Glielo dica che deve smettere!” o ancora “mio marito non vuole capire che soffro quando fa così glielo dica lei”. Mi dispiace, ma non funziona così, i cambiamenti devono essere svolti in prima persona. Prima di tutto delegare ad altri il nostro benessere non è salutare, in quanto distrugge la fiducia in noi stessi e nelle proprie capacità, e non risolve il problema di imparare ad affrontare le difficoltà future. Questo vale anche per quanto riguarda le aspettative nei confronti degli altri “è la mia famiglia, mio marito, mia moglie, i miei figli che devono cambiare”. È molto improbabile che ciò avvenga e che avvenga esattamente come tu lo desideri. Lo stesso vale se speri che accada qualcosa di miracoloso o fortunato in grado di sistemare le cose.
Io come terapeuta posso indicarti la strada e darti gli strumenti per realizzare il cambiamento, ma nessuno può cambiare al tuo posto.

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